Privacy e Poteri

Il mio alter ego ha annotato alcune considerazioni in materia di privacy e dintorni. In pratica le stesse che io stesso ho sintetizzato su Twitter/X. Il tutto si riassume a mio avviso in una preminenza del tema del potere, che spesso viene confuso con altre cose: diritti, anonimato, cybersecurity, facoltà di fare quel che si vuole, e via discorrendo lungo l’interminabile sequenza degli equivoci alimentati dalla grande rete e dalla grande confusione.

Siete deboli. Potete solo nascondervi, e allora vi nascondete, spacciando questa prassi come la conquista di un potere che in realtà non esiste. Ossia, esiste nella misura di un contenimento, visto che è chiaro che se state in Kuwait potete solo nascondervi e nulla più. Ma la logica è la stessa anche in zone più libere e democratiche, dove comunque i vari Grandi Fratelli (non necessariamente lo Stato, ma anche le lobby, il boss di turno, o più in generale il sistema del potere) possono aggredire indirettamente, pignorare, far valere il loro potere d’acquisto orientato ad godere di ottimi avvocati, o giudici corrotti, o altre connivenze sotterranee.

Quindi sì, giusto nascondersi, ma a volte serve orientarsi verso atteggiamenti effettivamente più lungimiranti. Serve cioè utilizzare strumenti che permettano di avere potere sul maggior numero di contesti necessari all’esistenza in un certo spaziotempo.

Bitcoin fa sicuramente parte di questo novero. Non risolve tutto, ma se ben usato risolve molto, e in gran parte vi permette di cercare meno di scappare dal vampiro di turno, avendo la possibilità di affrontarlo direttamente.