Riflessioni sull’Oblìo Stratificato

La funzione intellettuale, ci pensavo oggi, di fatto non esiste più. Non esiste in quanto interessata da un processo di esclusione iniziato ormai svariati anni fa, tramite un meccanismo di oblìo stratificato oggi definitivo. Ergo, un nuovo intellettuale deve sorgere come araba fenice dai residuati del pregresso. Un intellettuale evidentemente avulso dalla (essa stessa) scomparsa editoria cartacea, per esempio; per non parlare di un servizio pubblico che ormai assume la forma di un vero e proprio disservizio pubblico. La piazza pubblica ormai non esiste. Non ha orecchie per ascoltare, e questo scenario di menefreghismo al quadrato è più che mai teatro di potenziali sfide creative interessantissime.

L’intellettuale del presente, così come quello del futuro, innanzitutto non si chiamerà più intellettuale. Lo vedrei, al contrario, come gestore di intelletti altrui. Gli strumenti della modernità caotica saranno imprescindibili, ma dovranno essere riformulati per un uso in grado di veicolare memorie e idee del passato. Credo che molto dell’atteggiamento euristico debba essere tratto da una coltre polymath rappresentata da autori eclettici: Austin Kleon, Brian Eno, John Zorn, roba così… Gente che necessariamente lavora (più o meno consapevolmente, visto il rizoma infinito di connessioni che ciascuno di questi autori porta con sé) con quella che Edward De Bono chiamava creatività seria.

Ci penserò…