
Oggi devo fare un sacco di cose, anche se banalmente a piedi, per le vie di Vicenza. Che oggi è come la Londra dell’Ottocento profondo.
Oggi devo fare un sacco di cose, anche se banalmente a piedi, per le vie di Vicenza. Che oggi è come la Londra dell’Ottocento profondo.
Più che comprare libri dovremmo comprare lo spaziotempo necessario per leggerli.
Ci penso sempre di più. L’ho detto, e lo ripeto: la questione è a monte, e non riguarda solo la prassi della cara vecchia lettura. Pure la contemplazione filmica, o musicale (e la contemplazione in genere), segue la stessa logica. A mancare è il tempo e la sua necessaria qualità minimale. Espressione che può anche estendersi allo spaziotempo. Ossia, manca ormai un quadro circostante atto ad accogliere il gesto.
Il tempo nudo e crudo è minacciato da interruzioni in potenza e in atto. Si tratta, cioè, di un tempo di bassa qualità. Possiamo avere a disposizione l’oggetto del desiderio, quale esso sia. Ma ci sfugge il contesto che ne accoglie la fruizione.
La falsa libertà abbonda; quella vera, che sarebbe bastata e avanzata anche in quantità molto esigue, manca invece completamente. Ne segue una sorta di distrazione basale che confonde ogni percezione. Ossia, abituarsi a considerare reali le risate registrate significa non capire più le battute che fanno ridere sul serio.
Tra ieri e oggi ho provato — ovvero, riprovato, a distanza comunque di anni — lo sciroppo d’acero. Ha un gusto aromatico che non ricordavo, legnoso, leggermente vanigliato ma con un sentore erbaceo. Molto canadese (non so perché l’ho detto). Ottimo nel caffè lungo. Meno nelle tisane.
Peraltro, c’è una serie Amazon Prime in tema. Very very funny…
Il mio alter ego ha annotato alcune considerazioni in materia di privacy e dintorni. In pratica le stesse che io stesso ho sintetizzato su Twitter/X. Il tutto si riassume a mio avviso in una preminenza del tema del potere, che spesso viene confuso con altre cose: diritti, anonimato, cybersecurity, facoltà di fare quel che si vuole, e via discorrendo lungo l’interminabile sequenza degli equivoci alimentati dalla grande rete e dalla grande confusione.
Siete deboli. Potete solo nascondervi, e allora vi nascondete, spacciando questa prassi come la conquista di un potere che in realtà non esiste. Ossia, esiste nella misura di un contenimento, visto che è chiaro che se state in Kuwait potete solo nascondervi e nulla più. Ma la logica è la stessa anche in zone più libere e democratiche, dove comunque i vari Grandi Fratelli (non necessariamente lo Stato, ma anche le lobby, il boss di turno, o più in generale il sistema del potere) possono aggredire indirettamente, pignorare, far valere il loro potere d’acquisto orientato ad godere di ottimi avvocati, o giudici corrotti, o altre connivenze sotterranee.
Quindi sì, giusto nascondersi, ma a volte serve orientarsi verso atteggiamenti effettivamente più lungimiranti. Serve cioè utilizzare strumenti che permettano di avere potere sul maggior numero di contesti necessari all’esistenza in un certo spaziotempo.
Bitcoin fa sicuramente parte di questo novero. Non risolve tutto, ma se ben usato risolve molto, e in gran parte vi permette di cercare meno di scappare dal vampiro di turno, avendo la possibilità di affrontarlo direttamente.
Se il Grande Fratello è potente, ha certamente senso nascondersi, ovvero allontanarsi dal suo campo di influenza e coercizione per non essere visti. Ma avrebbe molto più senso sottrargli quel potere, ovvero utilizzare strumenti che permettano di essere più potenti di lui.
Dietro la grande necessità di privacy che ormai dilaga, e che ci impone comportamenti sempre più paranoici, si nasconde una fenomenologia ben più vasta, alla quale non facciamo mai caso. Parliamo dello squilibrio di potere tra noi e ciò che sta là fuori.
Se dietro la porta c’è un vampiro con poteri soprannaturali, è ovvio che quella porta deve restare chiusa, ed è ancora più ovvia la buona prassi di evitare qualsiasi comportamento che possa far sapere al vampiro dove abitiamo. Ma non sarebbe infinitamente meglio, logicamente laddove possibile, conquistare dei poteri superiori a quelli del vampiro?
Ovviamente, nella realtà, vale la solita aurea via di mezzo, visto che se da un lato è chiaro che non saremo mai potenti come il Grande Fratello che ci domina e comanda, dall’altro lato esistono tecnologie in grado di renderci almeno molto resilienti alle sue eventuali incursioni.
Ho finalmente deciso di trasferire gran parte delle mie attività sul web in un nuovo blog, Crypto Cypher Phil Palm Beach, ospitato nella storica piattaforma (vagamente) anarchica Noblogs. Le ragioni sono parecchie. Il modo migliore per comprenderle credo sia, semplicemente, leggermi senza tante sovrastrutture programmatiche.
Basti dire che avevo bisogno di un luogo quotidiano che presentasse determinate caratteristiche di design. Nel contempo, mi piace questa idea di scenario non autorialmente nominale. In altre parole, non è il mio blog: sono io che scrivo in questo blog.
Oggi giornata decisamente ventosa e gelida, almeno a Vicenza. Non piove, ma una leggera umidità pulviscolare domina la città, immersa nel grigiume dell’orizzonte. Ho consumato gli ultimi dolcetti di farina di mais della Coldiretti, inzuppati in un bollente caffè d’orzo (in realtà, mezzo orzo, mezzo caffè). La classica giornata da passare sorseggiando bevande calde e stando assieme ai gatti.
Oggi giornata decisamente ventosa e gelida, almeno a Vicenza. Non piove, ma una leggera umidità pulviscolare domina la città, immersa nel grigiume dell’orizzonte. Ho consumato gli ultimi dolcetti di farina di mais della Coldiretti, inzuppati in un bollente caffè d’orzo (in realtà, mezzo orzo, mezzo caffè). La classica giornata da passare sorseggiando bevande calde e stando assieme ai gatti.