Compendi e Diari Vari

Compendio dei miei articoli ad oggi apparsi in CryptoSmart Blog, una testata molto interessante in materia di blockchain e cryptovalute.

Al lavoro oggi su concetti come materiali video e affini… Mi hanno dato, come dire, dei compiti per casa. Parlato stamattina con la moglie su temi come “essere testimonial e influencer”, più derivate.

Altra idea: Creative Phil Blog come diario totale, in contrapposizione (o giustapposizione) con Palm Beach in Vivaldi Community, che è chiaramente un diario parziale molto confinato nel cosmo Web 2.0 (che, intendiamoci, continua a piacermi comunque).

Devo piuttosto capire l’uso del nuovo blog in Noblogs. Credo che lo dedicherò solo e unicamente a forme di scrittura connesse alla crypto cultura cypherpunk.

Filosofia Outliner

Ricordo che un fanatico della forma outliner era Umberto Santucci, personaggio che conobbi nei primi anni Duemila lungo la scia della mia militanza in una folta compagnia milanese di formatori e seguaci del pensiero creativo, e che so essere ancora molto attivo nel campo della consulenza. Lo trovate per esempio in un’interessante newsletter di Substack (piattaforma dove peraltro trovate anche me).

Da notare che la struttura a outliner — parliamo di OPML file come base di tutto — è anche quella che letteralmente domina tutto il software di blogging rilasciato in rete da Dave Winer, compreso quello che ospita il mio Fresh Blog (Drummer).

:star: Ebbene, ho iniziato a usar outliner come standard. Per esempio, sto utilizzando il servizio Dynalist praticamente per tutto quello che faccio: schemi, bozze di post e articoli, procedure, todo list, reference testuali e ipertestuali e ovviamente varie cose bizzarre che di solito annotavo su taccuini rigorosamente cartacei (che si accumulano a tutt’oggi in casa).

Vorrei da questo punto di vista definire uno spartiacque tra la scrittura digitale e quella analogica. Più precisamente, definire una pianificazione di rilettura delle annotazioni cartacee, da inglobare in un sistema totalmente a parte rispetto all’autonoma scrittura elettronica.

L’outliner rappresenta una sorta di snodo per implementare questa radicale separazione. Nel senso che tutto ciò che non è outliner sarà per forza di cose composition book cartaceo.

Vi farò sapere se il sistema funziona…

Esplicazioni Varie

Tra le decine e decine di cose che faccio nel web, sia personalmente che professionalmente, ho iniziato a scrivere su tre blog, che sono peraltro ancora in rete. Uno è Palm Beach, ridenominato Palm Beach I (nella bella community di Vivaldi Browser, pezzo di software che utilizzo giornalmente). Gli altri, che denotano la scelta della numerazione, sono Palm Beach II (in Noblogs) e Palm Beach III (in WordPress, come questo dal quale scrivo).

Tanta roba, si direbbe. Troppa roba. Quindi ho deciso molto banalmente di mantenere questi tre blog in rete, anche perché ci sono molti articoli che la mia comunità di lettori ha reputato interessanti, e di aprirne uno dedicato solo a me, in via del tutto univoca. Niente categorie estetiche separate, niente progetti paralleli. Solo un unico, grande blog classico (laddove per “classico” non intendo “delle origini”, come potrebbe essere il mio attuale Fresh Blog, ma vicino a quelli che andavano nell’era della morfologia longform).

Insomma, eccomi qui.

Due Ritagli di Nostalgia e Autunno

Il mio tumblelog, di cui ho parlato oggi in un articolo dedicato in altra isola blog, si sta rivelando un ottimo strumento di annotazione on the go. Oggi mi sono per esempio divertito ad appuntare sensazioni autunnali, sintetizzate da alcune immagini e brevi video.

Il problema è che le antiche librerie non esistono praticamente più. Sono diventate cartolerie (cosa di per sé buona) associate a empori del peggiore mainstream editoriale (cosa appunto cattiva). Ecco dunque i miei ritagli digitali intrisi di nostalgia…

Mastodon Linear Collage

Se ci pensiamo, un post può essere una sequenza di ritagli. Io, per esempio, scrivo e disegno molte cose che in forma del tutto frammentaria deposito nel mio Mastodon. Una sketchnote, per esempio…

https://social.vivaldi.net/@palmbeach_1/113215166723647158

Poco fa mi è capitato di scrivere questa cosa sui classici, che da tempo mi solleticava e che alla fine ho messo in forma scritta. Anche in questo caso, un’annotazione su Mastodon…

https://social.vivaldi.net/@palmbeach_1/113233818356077303

Trovo che il remix migliore sia però quello che riporta annotazioni fatte di testo e immagini…

https://social.vivaldi.net/@palmbeach_1/113233770611395818

Sostituzione

Il mio vecchio blog su LiveJournal, di cui ho parlato qualche post fa, è stato censurato e chiuso. Le motivazioni, in questo caso, sono praticamente impossibili da ottenere, e non mi ci metto neppure. Sta di fatto che queste cose, per quanto legate magari a questioni banalissime, ci devono fare comunque riflettere sulla natura centralizzata, ergo potenzialmente dispotica, del web in quanto tale.

Tuttavia ho aperto (ed espressamente inaugurato) un nuovo blog, sempre su LiveJournal, per testare in modo più consapevole e attento la cosa. Buona lettura.

https://cypherguy.livejournal.com

Spiegazione di una Spiegazione

Il noto compositore italiano Luciano Berio usava spesso comporre brani sulla base di un meccanismo intellettuale piuttosto particolare, che non mi sembra riscontrabile (almeno palesemente, o in modo espressamente deliberato) in altri suoi colleghi. In sostanza, utilizzava una certa opera musicale per illustrare un concetto, arrivando addirittura a comporne una seconda che fosse in grado di precisare meglio, o spiegare di sana pianta, il concetto espresso nella prima.

L’idea risultante è quella di una spiegazione “ricorsiva”, laddove l’ultimo output spiega quello che viene prima.

A me capita una cosa del genere con la scrittura nel web. Con la differenza che i tempi sono invertiti: abbandono un blog per farne un altro, e torno al blog originario per spiegare quello che lo ha — a questo punto solo parzialmente — rimpiazzato.

Il mio nuovissimo blog su LiveJournal è nato come sbocco per tutti quei monologhi che non riuscivo a collocare altrove. In questo senso, ciò che veniva prima ha oggi per me un valore alternativo, e una configurazione diversa da quella dalla quale ho inizialmente preso le distanze. Una fuga che è un ritorno, insomma. Ovvero una specie di edizione rinnovata del viaggio dell’eroe in un micro-viaggio personale.

Palmbeach si sposta (?)

Adoro Vivaldi Browser, adoro la sua comunità, ma per svariate ragioni Palmbeach “official” si sposta altrove. Nello specifico, il mio mastodon (altrettanto ufficiale) sarà diverso, e il mio blog ospitato da altra piattaforma. Tutti i contenuti del presente blog ovviamente rimangono intatti e qui presenti per tutte le letture che desiderate. Qui ho parlato di tante cose, dall’economia al cinema, dalle serie TV alla politica, quindi mi sembra doveroso mantenere questo archivio nella sua completezza.

Continuerò a scrivere qui? La risposta è affermativa, ma circostanziata. Ritengo che una community “browser-based” debba avere determinate caratteristiche, che probabilmente non posso rispettare nell’esprimermi a 360 gradi. Quindi, che posso dire? Utilizzerò questo luogo come sandbox.

Trovate me — sempre in forma di Palmbeach — su Noblogs. Buona lettura!

palmbeach.noblogs.org

Due Appunti su Web e Scrittura

Annotazioni dal mio taccuino. Si parla di Web e di forme di trasmissione del pensiero, tra editoria classica, modernità, conflittualità intrinseca dei generi, delle ritmiche e delle modalità.

Il problema della piazza virtuale è che, nei vent’anni del suo sviluppo, è stata data in pasto all’utenza generalizzata senza una minima previsione di ciò che sarebbe accaduto. Le premesse erano ovviamente positive e incoraggianti, e in parte è chiaro che a tutt’oggi il Web è e rimane uno strumento irrinunciabile. Ma l’amplificazione indiscriminata di qualsiasi voce in un bacino indifferenziato e privo di specializzazioni, per molti versi del tutto inconsapevole, ha creato non già un pluralismo utile, quanto piuttosto un affollamento tossico esteso lungo tutte le latitudini.

Se in una piazza reale tutti iniziano a urlare, chi intende farsi sentire sarà costretto ad alzare ancora di più la voce, aumentando il baccano e selezionando in modalità avversa altra gente ancora più a suo agio nell’alzare la voce.

Il risultato è evidentemente caotico, ovvero determina uno scenario affollato e a più velocità; un vero e proprio oceano percorso internamente da correnti anche molto diverse tra loro, che propongono idee e progetti il più delle volte contaminate da istanze truffaldine, o demenziali, o volgarmente autopromozionali (basti pensare all’ormai onnipresente fenomeno dei fuffaguru), che in definitiva ci vedono attori sempre più passivi al cospetto di una nuova forma di zapping televisivo: appunto, lo scrolling, come ovvio riferito alla netta sovrabbondanza dell’utenza mobile rispetto a quella desktop.

Mi sono permesso di elencare brutalmente quelle che a mio avviso sono le derive più evidenti che il Web contemporaneo rappresenta:

  • giornalismo spazzatura, orientato alla pura realizzazione di click su annunci pubblicitari;
  • in generale, contenuti finalizzati al puro ottenimento di traffico;
  • demenzialità autoreferenziale e altri fenomeni da baraccone;
  • microblogging con profili falsi per indirizzare traffico;
  • recensioni con profili falsi;
  • fake news;
  • complottismi, benaltrismi, antiscientismi, bastiancontrarismi, e altre amenità postpandemiche;
  • come scrivere un libro di successo in cinque minuti con la sola forza del pensiero;
  • come guadagnare diecimila euro al mese lavorando un minuto al giorno;
  • tutto quello che sai sul trading online è falso, segui questo mio corso e diventerai miliardario, costerebbe ventimila ma te lo faccio a venti euro;
  • altre opportunità straordinarie della serie puoi tutto se lo vuoi;
  • porcate di vario genere;
  • esplorazione amatoriale di mercati assolutamente saturi, o inesistenti;
  • piattaforme di monetizzazione invase da gente che non monetizza alcunché.

Le dinamiche valorialmente inflative del Web a mio avviso seguono una dinamica molto chiara, che è la seguente: da un lato c’è un operatore che intende chiedere denaro per erogare un certo servizio: dall’altro lato c’è un secondo operatore che, desideroso di farsi conoscere, sfrutta l’implicita domanda creata creata dal primo operatore per erogare gratuitamente il suo stesso servizio. In altre parole, o il Web è uno strumento per vendere più efficientemente prodotti e servizi che si vendono già nel mondo reale (Amazon docet), oppure è un mezzo che crea l’illusione di creare nuovi prodotti e servizi, che in realtà arricchiscono solo le grandi piattaforme attraverso la vendita di nostri dati personali a terzi.

Il fenomeno stesso della fruizione, oggi come oggi, è cambiato. Siamo in troppi a scrivere, dunque siamo in troppo pochi a leggere: è un’equazione molto banale e facilmente comprensibile — a proposito di isomorfismi monetari — anche da un punto di vista strettamente economico. I contenuti attuali, per esistere, devono essere l’esatto opposto di ciò che è stata la grande letteratura. In altre parole si continuerà certamente a ripubblicare in edizioni cartacee l’Odissea di Omero, così come 1984 di Orwell, ma difficilmente riusciremo a trovare ripubblicati testi usciti per la prima volta trenta o venti anni fa, se non entro dinamiche editoriali che sono l’eccezione e non la regola.