Ancora su Twitter/X e Bluesky

Perché avere sia un account Twitter/X che uno Bluesky? Parlando per me, di certo posso dire di essere tutto fuorché un sostenitore di Elon Musk. Ma mi chiedo: che c’entra Musk in quello che alla fine della giostra è un servizio? Il Twitter dell’era X ha delle caratteristiche; Bluesky ne ha delle altre. Tutto qui.

Recentemente ho per esempio sottoscritto un abbonamento premium “plus” che mi permette di usare Grok, un assistente AI integrato, effettivamente interessante, più svariate funzioni aggiuntive che mi hanno permesso di mie analoghe partecipazioni in altre piattaforme. Perché dovrei rinunciare? Ogni giorno, peraltro, prendo per i fondelli Musk dalla balaustra del suo stesso social network, e non mi pare di avere la CIA appresso. Anzi. Musk, in definitiva, altro non è che un imprenditore che cerca piuttosto rocambolescamente di pararsi il culo (anche con la politica), e alla fine, se notate, la butta sempre in ridere. Non credo si prenda troppo sul serio, e non credo neppure sia il caso di prenderlo troppo sul serio.

Dall’altro lato, Bluesky è oggettivamente il Twitter delle origini. Pochissime funzioni, pochissimi caratteri a disposizione. In sostanza, un luogo dove citare cose scritte altrove, oppure informare la nostra comunità di quello che stiamo facendo o pensando, usando testo e immagini. Punto, fine, stop. Il suo punto di forza è indubbiamente rappresentato dal minimalismo, e la cosa ha senso… L’idea del cielo blu, del respiro, del campo aperto, è perfettamente calzante.

Personalmente credo che la ridondanza funzionale di Twitter/X possa avere senso solo se confinata ad usi profondamente creativi e ironici (ossia, anti-automatici), oppure limitati all’ambito strettamente professionale. Quando a Bluesky, la situazione è opposta: la piattaforma stessa necessita di creatività per ottenere il massimo dal minimo, e dunque veicola un uso di per sé personale, più intimo e classico. In certo senso nostalgico, ma sempre lungo la direttrice dell’innovazione e della modernità. In Twitter/X devo impormi dei confini per essere efficace e non uniformarmi alla corrente. In Bluesky questi confini ci sono già…

(Tra l’altro, devo conoscere questa tipa…)

Bluesky is the New Fediverse?

Il fediverso mi piace, ma non c’è quasi nessuno. Ecco dunque che questa impennata di Bluesky mi fa comodo: per fuggire dalle sgrinfie di Elon Musk ormai sono in molti a optare per questa sorta di “Twitter old style” con soli 300 caratteri e qualche funzione multimediale. Che, intendiamoci, piace anche a me, e pure dagli esordi.

La piattaforma promette molto:

Social media is too important to be controlled by a few corporations. We’re building an open foundation for the social internet so that we can all shape its future.

Possiamo crederci come non crederci, ma per ora è certamente una boccata d’ossigeno rispetto alla cloaca di Twitter/X, che comunque continuerò a usare (anche solo per sfottere Musk, continuando comunque a usufruire dei suoi servigi).

Microblogging e Interrogativi

Ho espresso alcune considerazione sul recente scontro (per quanto implicito) tra piattaforme emergenti di microblogging. Parlo chiaramente di Threads e di Bluesky.

Tra i due, preferisco Bluesky. Lo preferisco in quanto ritorna certamente al microblogging delle origini, con caratteri limitati e senza fronzoli. Una semplice applicazione per esprimere guizzi, appunti pubblici, momenti, istantanee, appunto cinguettii, il tutto in modo libero e senza la pretesa dell’esaustività o del generare traffico a tutti i costi.

Paradossalmente, la scelta di Bluesky rende ancora più specifico l’uso concreto del parallelo fediverso, chiaramente rappresentato dalle istanze di Mastodon. Già 500 caratteri sono tanti, tantissimi, e quasi mimano una sorta di “post breve”, che in certi casi può spingersi a livelli molto più alti, come gli stessi 1337 caratteri disponibili proprio nel Mastodon di Vivaldi Social Community. Una configurazione che suscita una domanda: in Mastodon possiamo ancora parlare di microblogging, oppure di blogging breve?